DI AMBROSE EVANS PRITCHARD
telegraph.co.uk
La Banca Centrale della Cina ha infranto le sue promesse e sta lasciando scivolare lo yuan con grandi effetti global
La Cina ha abbandonato la promessa solenne di mantenere stabile il
suo tasso di cambio e sta sostenendo una sistematica svalutazione dello
yuan mandando un impulso deflazionario all'economia globale già
verificatosi nella trappola degli anni '30.
Il paniere delle monete degli stati è scivolato ad un ritmo annuale del
12% dall'inizio dell'anno passato. C'è stato un picco verso l'alto a
partire dal voto sul Brexit, suggerendo che la PBOC Banca Popolare
(Cinese, ndt) possa avvantaggiarsi dallo spingere verso una maggiore
svalutazione.
Mark Williams, capo per l'economia cinese di Capital Economics dice
che “Questo fatto rende uno scherzo il proposito della PBOC che la sua
politica sia mantenere stabile la moneta”. “In futuro i mercati non
prenderanno sul serio le dichiarazioni di intenzione della PBOC.”
Williams dice che non è chiaro se Pechino intenda indirizzare gli
investimenti in direzione delle assicurazioni date ad inizio anno o se
segua il passo degli eventi.
In ambo i casi i mercati hanno smesso di credere a quello che gli si
dice, ci si aspetta che, considerando i grandi problemi delle autorità,
dovrebbe esserci un'altra ondata di capitale durante quest'anno.
Tasso di cambio Renminbi. Fonte: Capital Economics
Dice: “Quando sarà necessario, la Banca Centrale Cinese si ritroverà
con una mancanza di credibilità. Potrebbe essere necessario intervenire
su larga scala per mantenere il controllo”.
I prezzi alla produzione in Cina stanno cadendo ad un tasso del 2,9%,
approfondendo ulteriormente l'impatto deflazionario. Gli analisti hanno
paura che Pechino si sia ingaggiata in una politica non dichiarata di
mercantilismo a scapito dei vicini cercando di evitare una crisi
industriale in casa, esportando la sua sovracapacità produttiva di
acciaio, cantieristica navale, chimica, plastica, carta, vetro, fino ai
pannelli solari per il resto del mondo.
Hans Redeker capo del settore valute di Morgan Stanley ha detto:
“Quando hai, come la Cina, una bilancia dei pagamenti relativamente
chiusa, significa che qualsiasi movimentazione valutaria è una decisione
politica”.
“Sembrano dare priorità al loro modello e lasciare il remnimbi (yuan)
cadere per migliorare la competitività. Sono nella stessa sindrome
deflazionaria del Giappone degli anni 90 ma su una scala molto maggiore.
L'economia globale non è in grado di assorbirla.”
I prezzi delle importazioni in Giappone sono caduti del 20% rispetto
allo scorso anno, in Germania del 5,5%, negli USA del 5%, a scapito del
recupero delle quotazioni del petrolio.
La Cina ha starnutito e il resto del mondo sta aspettando di prendere il raffreddore..
Redeker dice che Il tentativo della Cina di esportare i suoi problemi
attraverso la svalutazione è la chiave del motivo per cui nel mondo
sviluppato le aspettative di inflazione si sono scontrate con record di
minimi.
Questa svolta sta guidando quasi ogni giorno i rendimenti dei Bond ai
minimi storici. I costi dei finanziamenti a 10 anni sono scesi: -0,58%
in Svizzera, -0,28% in Giappone, -0,16% in Germania, -0,14% in Francia,
-0.78% in Inghilterra, e -0,14% negli USA.
Le azioni delle élite cinesi confondono. Il premier Li Kequiang ha fatto a gennaio una promessa solenne
che lo yuan sarebbe rimasto “fondamentalmente stabile” in termini
bilanciati. Ha detto: “La Cina non ha intenzione di stimolare le
esportazioni attraverso la competitività della svalutazione valutaria.”
Gli alti funzionari hanno intrapreso una campagna mondiale per
divulgare lo stesso messaggio, rassicurando gli investitori e i leader
occidentali a Davos che la Cina giocherebbe il ruolo bravo cittadino
mondiale. Questo ha aiutato a stabilizzare lo yuan dopo uno spasmo di
fuga di capitali e perdita di riserve in valuta di 700 miliardi di $.
Sembra che il premier Li, un riformatore, sia stato messo da parte in
una battaglia interna per il potere.
Flussi netti di capitali (in miliardi di $). Fonte: Capital Economics
Pechino è pienamente conscia che l'ultima bolla di crescita basata
sui prestiti stia diventando pericolosa e permetta guadagni sempre
minori al declinare l'efficienza del del credito. La tentazione di
sfruttare il tasso di cambio per mantenere la crescita può diventare
irresistibile.
L'ultimo turbamento ha origine dai dati sulle riserve straniere, il
quale suggerisce che la Cina può aver iniziato ad intervenire
attivamente nei mercati per guidare lo yuan al ribasso. Questo fatto
avrebbe gravi ripercussioni.
Un quadro provvisorio indica che la Banca Centrale della Cina (PBOC)
ha fatto, in giugno, un acquisto netto, una volta eliminate le
distorsioni valutarie, di 34 miliardi di dollari di bond esteri.
Williams ha commentato che è troppo presto per dire se sia un
acquisto attivo. “Se stanno intervenendo sarebbe una bomba per gli USA,
soprattutto in periodo di volata elettorale statunitense”.
Per la Casa Bianca è diventata nevralgica la forza del dollaro dopo
una risalita del 20% da metà 2014, una delle maggiori impennate del
dopoguerra. Funzionari statunitensi interpretano come un atto di
ribellione il summit del G20 di febbraio a Shanghai, avvertendo il
Giappone e l'Europa che l'uso di interessi negativi è uno strumento
nascosto per guidare gli scambi al ribasso non sarebbe tollerato.
Donald Trump ha attaccato la Cina dicendo che sta violentando gli
Stati Uniti con pratiche commerciali ingiuste. Fonte: Kamiln
Krzaczynski
Lo scontro con la Cina è ancora più carico di emozioni. Il candidato
repubblicano Donald Trump ha accusato la Cina di “violentare” gli Stati
Uniti con pratiche commerciali inique e la democratica Hilary Clinton
non è da meno nello sgridare Pechino.
La Cina adesso si trova in una posizione molto difficile. Gli
economisti di Nomura dicono che lo yuan è sopravvalutato del 6%,
risultato di una crescita senza freni mentre era ancora agganciato al
dollaro e in seguito agli effetti interni della crescita dei costi del
lavoro e del rallentamento della crescita della produttività.
Una fragile economia mondiale non può affrontare uno yuan in caduta.
Gli investimenti fissi in Cina stanno correndo al ritmo di 5000 miliardi
di dollari all'anno, tanto quanto Nord America e Europa messe insieme.
Il paese è ostaggio di un modello di crescita guidata dagli investimenti
che non è stato riformato da tempo e si affida troppo sull'export.
La saga dell'acciaio dello scorso anno offre un vivida immagine di
come questo modello distorga l'economia globale. La quota cinese della
produzione mondiale di acciaio è cresciuta dal 10 al 50% nell'ultima
decade. Si sono creati 400 milioni di tonnellate di eccesso di capacità
produttiva, il doppio della dimensione dell'intera industria europea
dell'acciaio.
La Cina oggi produce metà dell'acciaio mondiale, un esempio
dell'importanza della caduta dello yuan. Fonte: World Steel Association
Il Surplus ha inondato l'Europa, incoraggiato da sussidi
all'esportazione, agevolazioni fiscali e vantaggiosi crediti statali.
Anche dove i volumi siano stati modesti, l'effetto marginale ha
sconvolto il mercato e guidato i prezzi in discesa. Episodi come questo
aiutano a spiegare perché la deflazione globale è diventata sistemica.
Il tasso di crescita cinese, basato su una misura effettuata da
Capital Economics è salito in seguito alle misure di stimolo dello
scorso anno dal 4 al 4,5%. C'è ancora abbastanza carne sul fuoco per
mantenere l'economia in movimento per alcuni mesi prima che l'ultima la
fiammata immobiliaria si affievolisca.
Più ci avviciniamo a questo punto critico, più si accumulerà tensione per la Cina e il resto del mondo.
Ambrose Evans-Pritchard
Fonte: www.telegraph.co.uk
Link: http://www.telegraph.co.uk/business/2016/07/07/world-faces-deflation-shock-as-china-devalues-at-accelerating-pa/
8.07.2016
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di PAOLOG