
IN LIBIA IL CAMBIO DI REGIME DEGENERA NELL'ILLEGALITA' E NELLA ROVINA
Data: 10/09/2013 Argomento: Libia
DI AARON DYKES
Activist Post
La produzione di petrolio libico scende da 1,4 milioni di barili al
giorno a meno di 160.000, mentre i conflitti tribali rischiano di
degenerare in guerra civile totale.
Mentre incombe la crisi siriana e mentre aspettano di fare il loro gioco
le ripercussioni dell’aver messo al potere un esercito mercenario
"ribelle" allineato con al Qaeda, inimicandosi allo stesso tempo l'Iran,
la Russia e altre potenze mondiali, è importante analizzare ciò che è
diventata la Libia - per molti versi un analogo modello di cambiamento
di regime, che comunque impallidisce in confronto a ciò che può
succedere scacciando il regime di Assad, il che può provocare un duro
contraccolpo sugli USA.
La rimozione del colonnello Gheddafi per la causa della 'democrazia' e
del 'liberalismo occidentale' a costo di mettere al potere le fazioni
"ribelli" allineate ad al Qaeda, in ultima analisi è costata un notevole
capitale politico, un po' più di un miliardo di dollari e le vite
dell'ambasciatore degli USA Chris Stevens e di altri tre americani
nell’attacco al consolato di Bengasi.
Numerosi civili sono
stati uccisi e innumerevoli libici sfollati , mentre un paese del Nord
Africa una volta moderno, prospero e ricco di petrolio, oro e altre
risorse, è stato distrutto.
Ora la Libia rischia di infiammare una guerra civile per il controllo
politico del territorio e del petrolio e scontri prolungati tra fazioni
tribali, mentre degenera nel caos, nell'anarchia e nella rovina.
Secondo l'Independent di Londra, dopo la sconfitta di Gheddafi la Libia è
precipitata inosservata nella sua peggiore crisi politica ed economica.
Scrive Patrick Cockburn:
la Libia ha smesso quasi completamente di produrre petrolio, mentre il
governo perde il controllo di gran parte del paese a vantaggio dei
miliziani.
Uomini della sicurezza ammutinati hanno preso controllo dei porti
petroliferi del Mediterraneo e stanno cercando di vendere petrolio
greggio sul mercato nero. Ali Zeidan , il primo ministro della Libia ,
ha minacciato di "bombardare dall'aria e dal mare" qualsiasi petroliera
che cercasse di caricare illegalmente il petrolio da chi controlla quei
terminali petroliferi, che sono per lo più ex ribelli che hanno
rovesciato Muammar Gheddafi e sono in sciopero da luglio a causa dei
bassi salari e della corruzione del governo.
[ ... ]
In una crisi crescente poco considerata fino a questo momento al di
fuori dei mercati del petrolio, la produzione della Libia di greggio
pregiato di alta qualità è precipitata da 1,4 milioni di barili al
giorno, all'inizio di quest'anno, ai soli 160.000 barili al giorno di
ora. Nonostante le minacce di usare la forza militare per riconquistare i
porti petroliferi, il governo di Tripoli è stato incapace di muoversi
in modo efficace contro le guardie in sciopero e le unità militari
ammutinate che sono collegate alle forze secessioniste nella parte
orientale del paese.
Inoltre, in seguito alla morte di Chris Stevens e alla ricaduta politica
della sua morte, la Libia ha visto aumentare la violenza e gli omicidi
mirati, tra cui quello del procuratore militare libico, il colonnello
Yussef Ali al-Asseifar, ucciso il 29 agosto, che coordinava le indagini
sugli omicidi di leader politici e giornalisti.
Circa un mese fa, circa 1.000-1.200 detenuti sono fuggiti dalle carceri
libiche, in coincidenza con le principali evasioni di massa in Iraq e in
Pakistan, creando nuovi allarmi terroristici e attesi picchi di
attacchi da parte di al Qaeda. Allo stesso tempo , almeno 19 prigionieri
sono stati uccisi o feriti in carcere, mentre un prigioniero afferma
che ai detenuti veniva sparato attraverso le sbarre mentre erano
trattenuti senza accuse.
Un debole governo dei Fratelli Musulmani detiene il potere formale,
mentre i vari gruppi tribali lottano per il potere. "The Indipendent"
riferisce che "è in corso una guerra tra due tribù libiche, i Zawiya e i
Wirrshifana, a sole 15 miglia dall'ufficio del Primo Ministro", mentre
è stato riferito che i convogli dei diplomatici e delle ambasciate dei
paesi europei sono state attaccate o diventate un bersaglio. La presenza
diplomatica da parte della Francia e di altre potenze europee è stata
presa di mira.
"Attualmente stiamo assistendo al crollo dello stato in Libia, e il
paese è sempre più vicino a guerre locali per i proventi del petrolio",
ha affermato la Petromatrix (società svizzera di analisi sul petrolio)
in un rapporto, pur rilevando "l'occhio vigile" di BP, Shell e altre
grandi compagnie petrolifere, nonché dei trasportatori e degli altri
operatori del settore, mentre la produzione in una nazione tanto ricca
di petrolio è quasi cessata del tutto.
"La produzione si è fermata a causa della chiusura dei porti e la
produzione ha raggiunto quasi lo zero", ha detto a Reuters Naji Mukhtar,
capo della commissione energia del GNA. L'agenzia di stampa ha anche
riferito sul possibile scoppio della guerra civile:
i dirigenti delle compagnie petrolifere dicono che il traballante
governo centrale di Zeidan rischia di aumentare la violenza che potrebbe
sfociare in guerra civile se usasse la forza per riconquistare
giacimenti petroliferi.
[...]
I gruppi armati hanno minacciato di chiudere il giacimento di gas di
Wafa, che se chiuso causerebbe gravi carenze di energetiche nella
capitale, ha detto a Reuters un funzionario delle compagnie petrolifere.
Con l'Egitto nel caos, la Libia che cade a pezzi, il potere crescente
sia dei Fratelli Musulmani che di Al Qaeda, le rinnovate tensioni in
Iraq e l'azione pianificata contro la Siria che ora minaccia di
coinvolgere tutta la regione, la primavera araba e i cambiamenti di
regime sostenuti da Obama possono essere ufficialmente considerati un
fallimento, incostituzionale e moralmente riprovevole.
Aaron Dykes è co- fondatore di TruthstreamMedia.com, dove
questo articolo è apparso per la prima volta. Come scrittore ,
ricercatore e video produttore ha lavorato a numerosi documentari e
reportage investigativi, e usa la storia come una guida per decodificare
gli eventi attuali, scoprire agende nascoste e li contrasta con la
dignità offerta agli individui e riconosciuta in documenti come la Carta
dei Diritti.
Fonte: www.activistpost.com
Link: http://www.activistpost.com/2013/09/regime-change-in-libya-descends-into.html#more
5.09.2013
Traduzione per www.ComeDonChisciotte.org a cura di REMULAZZ
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