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L’Unione Europea non è Bruxelles, è un insieme di capitali nazionali
Le speranze dei funzionari di Bruxelles che la coalizione FIDESZ –
Unione Civica Ungherese, guidata da Viktor Orban, vincesse le elezioni
parlamentari senza un grande vantaggio (erano pochi quelli che
dubitavano della sua vittoria) non si sono concretizzate. Con un’alta
affluenza senza precedenti del 70%, gli Ungheresi hanno dato alla
coalizione il 48,5% dei voti, il che le consente di guadagnare 134 seggi
su 199 in Parlamento e formare una maggioranza qualificata, cioè
ottenere la prerogativa per la riforma costituzionale. Ora lo
spirito combattivo di Orban si è rafforzato. Il Primo Ministro ungherese
ha ricevuto un mandato per continuare la sua politica. «Abbiamo vinto e
questo ci dà l’opportunità di difendere l’Ungheria”, ha dichiarato
Orban il giorno dell’annuncio della vittoria. – L’Unione Europea non è
Bruxelles. L’Unione Europea è Berlino, Budapest, Varsavia, Praga,
Bucarest. È un insieme di capitali nazionali». Viktor Orban prende
servizio come Primo Ministro per la quarta volta e a Bruxelles sono
convinti che non si possano evitare nuovi conflitti con il suo governo.
Dal momento del suo primo avvento al potere nel 2010, Viktor Orban ha
intrapreso un percorso di contrasto con la burocrazia europea. L’essenza
del conflitto sono le restrizioni di Budapest sull’accoglienza dei
rifugiati, la restrizione della libertà di attività dei media, della
giustizia e delle ONG per i diritti umani, la persecuzione delle
organizzazioni di Soros in Ungheria, nonché i sospetti di abuso
dell’assistenza finanziaria dell’UE. La vittoria della FIDESZ ha suscitato la gioia di «Alternative für Deutschland»
(AfD), del «Front National» francese, del Partito della libertà nei
Paesi Bassi, il cui leader, Gert Wilders, si è congratulato con Orban
per il «risultato eccellente» e «vittoria meritata». E nel governo
federale tedesco ci sono simpatizzanti di FIDESZ. Il Capo del Ministero
degli Affari Interni e Capo della CSU, Horst Seehofer, ha dichiarato «di
essere felice per la vittoria» di FIDESZ. Il suo partito continuerà a
mantenere una partnership con Orban, ha detto Seehofer. Tuttavia,
c’è un’altra Europa. Secondo il Ministro degli Esteri del Lussemburgo,
Jean Asselborn, l’Unione Europea non è stata creata per «lasciare posto
agli ideologi nazionali a livello governativo». I rappresentanti
dell’OSCE stanno preparando una relazione sulle elezioni in Ungheria,
che, come ci si aspetta, muoverà una critica alla politica
dell’informazione dello Stato ungherese durante la campagna elettorale.
Nel frattempo, l’opposizione sconfitta accusa Orban di violare le norme
democratiche. Tuttavia, Viktor Orban ha ricevuto, sospettosamente,
il per lui fondamentale supporto della popolazione. Ha dichiarato che
tutta la crisi dell’immigrazione del 2015 è stata il prodotto di una
cospirazione di George Soros. Ciò irrita il britannico The Guardian,
il quale scrive che «Viktor Orbán espone i propri giudizi, usando una
terminologia che è propria solamente della frangia di estrema destra.
Dichiarando che «decine di milioni di migranti provenienti dall’Africa e
dal Medio Oriente sono in attesa di abbattere la porta ungherese e di
precipitarsi dentro, seminando il terrore, la criminalità e la violenza,
e allora sarà tardi per tornare indietro», egli si presenta come il
leader di un movimento anti-immigrazione, la principale sfida all’unità
dell’Unione Europea, mentre una guerra ungherese contro la democrazia,
da questo punto di vista, è una guerra contro la democrazia in tutto il
mondo … l’Ungheria … sta avvelenando l’atmosfera politica». Il canale tedesco n-tv.de
argomenta in termini più moderati, ma rileva anche che Orban cercherà
di zittire gli ultimi media indipendenti, rendere illegali le ONG per
lui inopportune, e in ultima analisi subordinare i tribunali al proprio
controllo. E a livello europeo, continuerà a opporsi alla politica di
solidarietà dell’UE nei confronti degli immigrati e dei rifugiati. Il
canale tedesco cita il «New York Times»: «Queste elezioni saranno
probabilmente le ultime, dopo di che una democrazia gravemente
paralizzata si trasformerà in un’autocrazia elettorale. E per l’Unione
europea come riunione di Stati democratici, sorge la domanda: si può condurre una politica congiunta contro Orban?» Il
Commissario Europeo per il Bilancio, Günther Oettinger, minaccia di
impiegare leve finanziarie contro l’Ungheria, ma Bruxelles non ha i
parametri per perseguire tale politica nei confronti di uno Stato membro
dell’UE, quindi la minaccia rimarrà priva di sostanza. È più realistico
presentare l’adozione dei criteri, in conformità con l’art. 7 dello
statuto delle sanzioni dell’UE, a causa della violazione dei principi
dello Stato di diritto, come realizzato nei confronti della Polonia. In
particolare, al Paese potrebbe essere negato il diritto di voto nel
Consiglio dei Ministri dell’UE. Il Parlamento europeo dovrebbe
discutere, il 12 aprile, la relazione sullo stato della democrazia in
Ungheria, elaborata dalla Commissione sotto la guida di Judith
Sargentini del Partito dei Verdi olandesi, però il Capo della fazione
dei verdi all’Europarlamento, Philippe Lamberts, è incerto che si formi
una maggioranza sufficiente, affinché venga applicato all’Ungheria
l’art.7. Allo stesso tempo, Lamberts è categorico riguardo alla politica
di Orban: A quanto dice, «in Ungheria domina il populismo nazionalista.
Io non conosco nessun’altra denominazione per quanto sta accadendo –
con la vessazione degli immigrati, con una crociata contro George Soros,
con l’antisemitismo appena dissimulato». In un modo o nell’altro,
l’Unione Europea dovrà prendere decisioni serie. La pianificazione
finanziaria a lungo termine e l’imminente armonizzazione finale, a
giugno, della riforma della legislazione sui rifugiati richiedono
l’unanimità dall’UE, mentre la FIDESZ – Unione Civica Ungherese intende,
a maggio, limitare il lavoro delle ONG che aiutano i rifugiati. Come ha
affermato il rappresentante della fazione FIDESZ in parlamento, János Halász,
«si tratta di una questione di sovranità, riguarda la sicurezza del
Paese». Con Orban, non è possibile raggiungere consenso europeo su
questo tema a Bruxelles. Come afferma il leader della fazione del CSU
nel Parlamento europeo, Manfred Weber, «Viktor Orban deve scegliere se
l’Ungheria rimarrà nell’Unione europea o se ne uscirà in gran fretta». Dmitrij Sedov Fonte: www.fondsk.ru Link: https://www.fondsk.ru/news/2018/04/10/pobeda-viktora-orbana-shtormovoe-preduprezhdenie-brjusselju-45926.html 10/04/2018 Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da NICKAL88
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