FONTE: VETERANSTODAY.COM
L’”esperto” americano di Medio Oriente Michael Rubin, membro
dell’Istituto radical-sionista AEI [The American Enterprise Institute],
analizza la possibilità e le prospettive di un colpo di stato militare
in Turchia.
Lo stallo di Erdogan potrebbe innescare un colpo di stato militare in Turchia
Secondo l’autore, la situazione del paese sta peggiorando. I problemi
non sono radicati solo nell’indebolito sistema di difesa nazionale,
posto nel mezzo della crescente minaccia terroristica.
Rubin ha anche sottolineato il contributo negativo dato da una lunga
serie di questioni interne. Il debito pubblico della Turchia può anche
essere stabile, ma il suo debito privato è fuori controllo. L’industria
del turismo è quasi in rovina mentre l’indebolimento della moneta
nazionale sta avendo un forte impatto sul potere d’acquisto dei
cittadini.
Nell’articolo per l’AEI si può leggere che anche il Presidente Recep
Tayyip Erdogan è andato fuori controllo. Sta imprigionando gli
oppositori politici, sta dando un giro di vite alla libertà di parola e
sta “costruendo palazzi a ritmi degni di un sultano impazzito”.
All’inizio di questo mese Erdogan ha anche minacciato di sciogliere la Corte Costituzionale turca.
Rubin ha scritto che “… i suoi eccessi stanno facendo alzare le
sopracciglia a molte persone, sia in Turchia che all’estero. Secondo
alcuni funzionari turchi anche i membri del suo partito parlano
sottovoce della sua crescente paranoia”.
L’analista ha anche sollevato il problema curdo. Erdogan, all’inizio
del suo mandato, aveva ripreso i colloqui di pace con i curdi ma poi ha
cominciato una nuova guerra contro di loro. Ankara, tuttavia, non ha
alcuna possibilità di vincerla e, anzi, è alta la possibilità di una
divisione “de facto” del paese.
La Turchia ha capito che Erdogan sta portando il paese verso il nulla … ed anche l’esercito turco lo ha ben compreso.
Quindi, se i militari turchi decidessero di cacciare Erdogan ed
imprigionare la sua “cerchia interna”, potrebbero farla franca? Restando
nel regno dell’analisi la risposta è sì”, ha scritto l’autore.
Considerando l’approssimarsi delle elezioni presidenziali,
l’Amministrazione di Barack Obama è improbabile che possa sancire più di
un “castigo formale” ai leaders dei golpisti, soprattutto se questi
fossero disposti a ripristinare la democrazia nel paese.
La Turchia è “ad un passo” dalla concessione dei poteri dittatoriali ad Erdogan
Secondo l’articolo, Washington non mostrerebbe più alcuna simpatia
per Erdogan, come già fece nel 2013 con il detronizzato Presidente
egiziano Mohamed Morsi. Quando fu spodestato, il suo impegno per la
democrazia era in forte discussione.
Nel caso della Turchia sia i repubblicani che i democratici sarebbero
pronti a lavorare con il nuovo regime. Il fatto che la Turchia sia uno
dei membri più vecchi della NATO, ha aggiunto l’analista, non potrebbe
impedire il colpo di stato.
Si presume che i golpisti rilascerebbero immediatamente tutti i
giornalisti che sono stati imprigionati e restituirebbero le emittenti
ed i giornali sequestrati ai legittimi proprietari, per evitare le
critiche europee e statunitensi sulla violazione dei diritti umani.
Non solo, se il nuovo governo dovesse esprimere la volontà di
lavorare assieme ai curdi, gli Stati Uniti e l’UE lo sosterrebbero
senz’altro.
Nella sua conclusione Michael Rubin non fa previsioni. Due fattori di
forza, tuttavia, lascerebbero pensare che “la difficile politica della
Turchia potrebbe presto diventare ancor più difficile”: l’approfondirsi
delle tensioni interne e la possibilità che l’esercito turco, nel caso
di un colpo di stato, non debba subire alcuna conseguenza di rilievo.
GPD per Veterans Today
Fonte: www.veteranstoday.com
Link: http://www.veteranstoday.com/2016/03/25/neocon-war-lobby-in-us-and-eu-turns-on-erdogan/
25.03.2016
Scelto e tradotto da FRANCO per www.comedonchisciotte.org