DI FABIO CONDITI
comedonchisciotte.org
Da qualche mese il sistema bancario è sotto l'occhio del ciclone, le
persone hanno cominciato a rendersi conto che nel bene e nel male, è lì
che si annidano molti dei problemi che abbiamo, ma nessuno capisce
perché.
La questione ha cominciato a chiarirsi soprattutto quando per la
prima volta nel 2012, Sir Marvyn King, Governatore della Bank of
England, ha ammesso che nella creazione di denaro, il ruolo di gran
lunga maggiore viene svolto dalle banche private, e non, come è scritto
in molti testi di macroeconomia, dalle Banche Centrali.
Questo
fatto sarebbe stato evidente a tutti, se solo si fossero analizzati i
dati forniti da anni dalle principali Banche Centrali del mondo
occidentale, perché, come abbiamo spiegato nel nostro precedente
articolo su Comedonchisciotte che trovate QUI, più del 90% di tutta la moneta che usiamo è creata dal nulla dal sistema bancario attraverso i prestiti.
Quando faccio questa affermazione, la maggior parte delle
persone mi chiedono : ma allora, se la banca crea il denaro dal nulla,
come fa a fallire ?
Se vogliamo cominciare a fare un po’ di chiarezza, dobbiamo prima
chiederci : che cos’è una banca ? Ci sono tre modelli che vengono in
mente quando pensiamo ad una banca. Il primo è quello che ci è stato
inculcato fin da piccoli, l'idea che la banca sia una sorta di
salvadanaio all'interno del quale possiamo depositare i nostri soldi, al
fine di accumularli in vista di un possibile utilizzo futuro.

Oggi devo dire che questa idea è stata messa a dura prova dalle
ultime vicende bancarie, perché tutti i provvedimenti che sono stati
adottati hanno reso sempre più rischiosi i depositi di denaro presso una
banca, ma nonostante tutto il conto corrente venga ancora percepito
dalle persone come il luogo dove sono custoditi i nostri risparmi.
Il secondo modello è quello che viene fornito dalla Banca d'Italia,
che definisce le banche come "Intermediari", sostenendo che : "Nell'ordinamento
italiano l'attività bancaria consiste nell'esercizio congiunto della
raccolta di risparmio e di fondi liquidi tra il pubblico e della
concessione del credito." Questa definizione delle banche è ancora
più errata e rimane una delle convinzioni più radicate nell’immaginario
collettivo, su come viene gestito il denaro all'interno del sistema
bancario : la maggior parte delle persone è convinta che la banca presti
solamente il denaro ricevuto in deposito dai clienti.
Il terzo e ultimo modello ci viene fornito dai testi universitari e
si è radicato nella testa di molti esperti economici, oltre che di
diversi "sovranisti monetari". Secondo questo modello la banca sarebbe
un sorta di “moltiplicatore di moneta”, cioè è in grado di creare denaro
attraverso un meccanismo chiamato "riserva frazionaria", che funziona
in questo modo : supponiamo io depositi presso una banca 100 euro, la
banca dovendo garantire la cambiabilità di quel deposito in moneta
contante, accantona il 10% come riserva (da qui deriva il nome di
"riserva frazionaria") e presta i rimanenti 90 euro, che andranno a
costituire un'altro deposito in banca. Anche su quest'ultimo la banca
effettua una riserva del 10%, pari a 9 euro e presta i rimanenti 81
euro, e così via fino ad esaurimento degli euro rimanenti. Si può
facilmente dimostrare che alla fine di tutti i passaggi, i 100 euro
iniziali hanno prodotto depositi per 1.000 euro, cioè 10 volte i
contanti iniziali. Ovviamente se la percentuale di riserva sale al 20%,
si può facilmente verificare che il moltiplicatore monetario scende a
20, mentre se scende al 5% il moltiplicatore sale a 20, cioè è sempre
inversamente proporzionale alla percentuale di riserva.
Nella realtà, nessuno di questi tre modelli rappresenta il
funzionamento del sistema bancario moderno, perché le funzioni di
deposito e prestito sono oggi totalmente separate ed indipendenti. La
banca può prestare denaro creandolo letteralmente dal nulla quando gli
viene chiesto un prestito, senza che debba prenderlo da qualche parte.
Prima di vedere come viene creato il denaro attraverso il prestito,
analizziamo cosa succede quando depositiamo 1.000 euro in contanti nel
nostro conto corrente.

Ricordiamo un fatto importantissimo e cioè che la moneta bancaria
altro non è che un debito della banca nei confronti del cliente, in base
all'art.1834 del c.c. che recita : "Nei depositi di una somma di
danaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà ed è obbligata a
restituirla nella stessa specie monetaria, …, a richiesta del
depositante". Quindi la banca in realtà crea una sorta di cambiale,
con la quale però noi possiamo comprare qualsiasi bene o servizio, in
quanto è accettata da tutti come fosse denaro contante. Tutto è basato
sulla constatazione pratica che la maggior parte delle persone
preferisce utilizzare (anche perché oggi costretta!) la moneta
elettronica senza cambiarla quasi mai in contanti.
Quindi quando Tizio deposita 1.000 euro in contanti presso una banca,
questa diventa proprietaria dei contanti, che mette nell’attivo del suo
bilancio, e contemporaneamente crea un conto corrente a nome di Tizio,
nel quale scrive la cifra di 1.000 euro. Da quel momento Tizio
utilizzerà la moneta elettronica anziché i contanti, a meno che non
decida di ritrasformare la moneta elettronica in contanti, ma questo
come abbiamo già detto non avviene quasi mai.
L'importante è aver capito la vera natura della moneta bancaria, che è
semplicemente una promessa di pagamento, la quale però non viene quasi
mai restituita per essere cambiata, per cui la banca può tenere al suo
interno solo una sempre più piccola quantità di contanti per garantire
la cambiabilità nei soli e rari casi in cui questa richiesta venga
effettuata.
Ma allora cosa succede quando Caio va in banca a chiedere un prestito
di 100.000 euro per acquistare una casa da Sempronio ? Per semplicità
facciamo l’ipotesi che Sempronio abbia un conto corrente presso la
stessa banca di Caio, tratteremo un’altra volta il caso ben più
frequente nel quale le due banche sono diverse, perché saremmo costretti
a spiegare come avvengono i pagamenti tra le banche, che complica il
discorso senza però cambiarne la sostanza.

Quando la banca concede il prestito, non fa altro che scrivere la
cifra di 100.000 euro sul conto corrente di Caio, con la quale potrà
essere comprata la casa di Sempronio, ma in cambio chiede la firma di un
contratto di mutuo con ipoteche reali sul bene acquistato. In questo
modo la banca ottiene un documento scritto che gli certifica che la
cifra creata dal nulla e prestata a Caio, sarà da lui restituita con gli
interessi, e questo gli permette di inserire questo contratto nel
proprio attivo di bilancio, a garanzia del passivo creato con il
prestito. In pratica è Caio stesso che dà le garanzie alla banca per
creare quel denaro dal nulla, ma nonostante ciò è costretto comunque a
pagare interessi alla banca.
Al compromesso questo passivo passerà dal conto corrente di Caio a
quello di Sempronio, che abbiamo detto si trovano entrambi nella stessa
banca, permettendo il trasferimento di proprietà della casa. In realtà
Caio non ha ricevuto denaro contante, ma solo una promessa di pagamento
in contanti, che ha poi girato a Sempronio, il quale anch’esso
probabilmente non la incasserà mai, preferendo tenerla depositata presso
la banca in forma elettronica, cioè nella forma di promessa di
pagamento in contanti.
Quindi la banca crea delle promesse di pagamento in contanti che in
realtà, se non ci fossero le leggi ad impedire l'utilizzo dei contanti,
non riuscirebbe a mantenere perché non ha contanti a sufficienza per
cambiare tutti i depositi che crea.
Ora, cosa succede se Caio non restituisce il debito che ha contratto ?
La banca rimane sempre debitrice verso Sempronio di 100.000 euro, che
ha ricevuto questa promessa al rogito notarile di vendita della sua
casa, ma questo fatto non è un problema per la banca se ha l’assoluta
certezza che Caio restituirà il capitale più gli interessi. Ma se Caio
smette di pagare il debito che ha contratto, la banca dovrà onorare di
tasca propria il debito di 100.000 euro che Caio ha trasferito a
Sempronio, per cui dovrà mettere all’asta la casa acquistata da Caio per
recuperare una parte di quel debito.
Ci sono ovviamente dei requisiti, fissati dalle leggi bancarie, che
la banca deve avere per creare nuovi depositi dal nulla e sono
essenzialmente due, che cerchiamo di semplificare. Innanzi tutto deve
possedere una riserva obbligatoria di contanti depositati presso la
Banca d’Italia a garanzia dei depositi presenti nel proprio bilancio, ma
questa riserva è pari solo all’1% di tutti i depositi, cioè nel nostro
esempio 1.000 euro, e addirittura si azzera nel caso di depositi
vincolati per più di 2 anni. Inoltre deve dimostrare di avere un
patrimonio pari a circa l’8% del rischio di credito, che nel caso di un
appartamento residenziale, è pari al 35%, per cui nel nostro esempio
specifico questo patrimonio minimo si riduce fino al 2,8%.
Ora, cosa succede se Caio non restituisce il debito che ha contratto ?
La banca rimane sempre debitrice verso Sempronio di 100.000 euro, che
ha ricevuto questa promessa al rogito notarile di vendita della sua
casa, ma questo fatto non è un problema per la banca se ha l’assoluta
certezza che Caio restituirà il capitale più gli interessi. Ma se Caio
smette di pagare il debito che ha contratto, la banca dovrà onorare di
tasca propria il debito di 100.000 euro che Caio ha trasferito a
Sempronio, per cui dovrà mettere all’asta la casa acquistata da Caio per
recuperare una parte di quel debito.
Il denaro creato dal sistema bancario con questo meccanismo, che lo
ripeto è più del 90% di tutto quello che usiamo, ha quindi una natura
estremamente instabile, perché è fortemente condizionato dalle capacità
finanziarie di chi ha richiesto il prestito e si è impegnato a
restituire il capitale più gli interessi.
Questo significa che nei periodi di crisi economica come quello che
stiamo vivendo, l’instabilità economica aumenta esponenzialmente proprio
perché le persone hanno maggiormente bisogno di prestiti ma
contemporaneamente hanno anche meno possibilità di poterli restituirli
con gli interessi.
Per questo le banche nei periodi di recessione come quello
attuale, smettono di prestare denaro all’economia reale, preferendo
investire il denaro creato in titoli di stato o nei mercati finanziari,
in quanto risultano comunque meno rischiosi e più redditizi.

Considerato che nell’Eurozona, la Banca Centrale Europea fino ad oggi
ha creato denaro esclusivamente per prestarlo al sistema bancario o per
acquistare Titoli sui mercati finanziari attraverso il Quantitative
Easing, gli unici soggetti che possono creare denaro per immetterlo
nell’economia reale sono solo le banche, che in Italia sono tutte
private. Ma allora, visto che le banche possono creare denaro solo ed
esclusivamente attraverso i prestiti, ne consegue che tutto il denaro
che usiamo è gravato da interessi che sottraggono continuamente risorse
dalla nostra economia.
Questo fatto dimostra che se tutte le banche smettessero di
fare prestiti, non ci sarebbe denaro a sufficienza per rimborsare tutti i
debiti e la moneta scomparirebbe dalla circolazione. Corollario ancora
più assurdo è che senza il debito non ci sarebbe il denaro per far
funzionare l’economia.

Ma essendo il debito matematicamente inestinguibile, come abbiamo
dimostrato nel precedente articolo, ne consegue che la moneta a debito
funziona come la ruota per i criceti, costringendoci a lavorare
all’infinito per restituire un debito che non finisce mai.
Un sistema economico come questo, caratterizzato da una moneta creata
attraverso un debito e gravata da interesse, poteva avere un senso
quando la moneta rappresentava un corrispettivo in oro, perché non era
possibile creare denaro se non si avevano a disposizione grandi quantità
di metalli preziosi. Nella storia sono stati inventati molti strumenti
monetari alternativi all’oro che avevano la funzione di amplificare la
base monetaria aurea dell’epoca, perché non era insufficiente a
permettere la grande quantità di scambi economici che lo sviluppo del
commercio richiedeva.

I Mamrè della Palestina, le Lettere di Credito dei Templari, le Note
di Banco delle prime banche private, le Banconote delle prime Banche
Centrali, avevano la funzione di aumentare la massa monetaria aurea,
altrimenti scarsa perché la quantità di oro era insufficiente per tutti
gli scambi. Ma dal 1971, cioè da quando Nixon ha definitivamente
squarciato l’ultimo velo residuo che collegava il denaro ai depositi in
oro, la moneta ha perso completamente qualunque valore intrinseco per
diventare una vera e propria moneta fiduciaria caratterizzata da un
valore esclusivamente convenzionale, per giunta garantito dall’unica
istituzione detentrice ancora oggi della sovranità monetaria, cioè lo
Stato per conto dei suoi cittadini.
Com'è possibile allora, che proprio lo Stato non abbia i
soldi per garantire il benessere di tutti i suoi cittadini, nonostante
il denaro possa essere creato dal nulla e senza alcun problema ?
Questo è una domanda sulla quale vale la pena di riflettere e che approfondiremo nei prossimi articoli.
Per chi non vuole aspettare, è possibile visitare i siti www.monetapositiva.it e www.qe4people.blogspot.it.
Fabio Conditi
Fonte: www.comedonchisciotte.org
05.07.2016