Interviste: COSA IMPEDISCE AGLI USA DI BOMBARDARE LA SIRIA ?
Postato il 26/09/2013 di cdcnet
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Pravda.ru
Cos’è che non permette agli americani di attaccare militarmente la Siria?
Quali sono gli interessi delle compagnie petrolifere inglesi e francesi per un intervento?
Per chi suonerà la “campana islamica”?
A queste e altre domande ha risposto il presidente dell’Istituto degli
Studi Orientali e Africani, Said Gafurov, in un video su Pravda.Ru.
La scorsa settimana, il New York Times ha pubblicato un editoriale di
Vladimir Putin. Crede sia sensato rivolgersi alla nazione americana?
“Credo che abbia molto senso. Deve capire a che tipo di pubblico era
destinato l’editoriale. Potrebbe suonare un po’ cinico, ma non si
trattava di un appello alla nazione. È difficile rivolgersi ad una
nazione. Era piuttosto un appello all’establishment americano, alla
burocrazia americana in generale e, soprattutto, ovviamente, un appello
all’ufficio del Segretario di Stato. Ci dimentichiamo sempre che nella
politica americana non esistono né un’unità di interessi né di
propositi.
La politica americana è il risultato di molti fattori, spesso in
conflitto tra loro. Uno degli elementi fondamentali nella formazione
della politica estera degli Stati Uniti in qualsiasi campo è la
posizione del Dipartimento di Stato, la posizione dell’apparato
diplomatico, l’apparato dello Stato. Si tratta di persone che non
cambiano al cambiare del presidente, sono politicamente indipendenti,
quindi hanno molta influenza non tanto sul processo decisionale, quanto
nello sviluppare queste decisioni, un passo decisamente importante.
L’editoriale di Putin, secondo me, è diretto soprattutto all’apparato.
Ha toccato temi che l’apparato capisce. Questi temi non sono da New York Times:
è un giornale liberale, che i lavoratori non leggono, tanto meno gli
impiegati o persino i banchieri; è un giornale per funzionari
governativi.
Credo che abbaia ampiamente raggiunto il suo obiettivo, perché ha scelto
i temi giusti. Tuttavia, io posso capirlo perché da qualche parte nel
profondo sono un funzionario e capisco quali temi vengono captati dai
funzionari. Di solito sono diversi”.
L’editoriale ha influenzato la decisione di Obama di posporre il bombardamento della Siria?
“In primo luogo, Putin ha di certo influenzato la decisione di Obama.
Per quanto riguarda l’editoriale, non credo che questo fosse il suo
interesse. Dopo la pubblicazione dell’articolo, ci vorrà qualche mese
prima che inizi ad influenzare qualcosa. Il fatto che gli americani
abbiano rimandato le loro intenzioni non significa che abbiano esitato,
ma significa che non erano pronti per delle relazioni tecnico-militari.
Alcuni esperti dell’esercito, della cui opinione mi fido, affermando che
gli Stati Uniti non hanno mai usato la Marina per un’operazione
offensiva. Per ragioni militari, la Marina, ovvero gli apparecchi delle
portaerei e i missili dei cacciatorpediniere e delle navi da guerra, non
può risolvere il problema. Bisogna usare la potenza dell’Aeronautica.
Sono molto contento che la Russia abbia assunto questa posizione. Sono
sorpreso dal fatto che sia la prima volta. Infatti, il nostro Paese sta
attraversando un periodo strano, in cui governo ed opposizione sono
uniti”.
Ha detto che gli Stati Uniti non sono ancora pronti ad attaccare la
Siria. Tuttavia, secondo alcune fonti, il discorso del presidente Obama è
stato riscritto pochi minuti prima dell’annuncio. Inizialmente, si
pensava che Obama avrebbe spiegato alla nazione e al Congresso il motivo
per cui gli USA avrebbero dovuto invadere la Siria, ma qualcosa lo ha
bloccato. A quanto sembra, dunque, erano pronti?
“La dottrina militare statunitense contempla il concetto di “perdite
accettabili” e di “perdite inaccettabili”. Il successo di un’operazione
dipende direttamente da questo concetto. Credo che le possibili perdite
per gli Stati Uniti siano state considerate inaccettabili. Il numero di
missili antinave di cui dispongono la Marina, l’Esercito e l’Aeronautica
siriana è abbastanza alto da distruggere la portaerei che si trova lì
in questo momento, e ciò sarebbe una perdita inaccettabile. Sappiamo
anche che quando Francia e Inghilterra cercano di costringere Obama a
decidere di andare in guerra, stanno sicuramente agendo a nome delle
loro compagnie, specialmente la Total, la British Petroleum e, in misura
minore, la Norwegian Stateoil.
Non sono convinto del fatto che coloro che dell’industria petrolifera
americana influenzano Obama vogliano spendere tutti quei soldi (ogni
sparo costa più di un milione di dollari) per difendere gli interessi
della British Petroleum, specialmente in tempi di enormi deficit di
bilancio. Anche se la British Petroleum viene chiamata “BP Amoco”, dove
Amoco sta per “American Oil Company”, la compagnia petrolifera
statunitense, tutti sanno che la BP viene controllata principalmente
dall’aristocrazia britannica.
Non è chiaro il perché gli americani dovrebbero togliere le castagne dal
fuoco per le compagnie petrolifere e di gas francesi, le quali in larga
misura mirano alla ridistribuzione sul mercato dell’UE e l’acquisizione
di strutture chiave nelle infrastrutture. Perché gli americani
dovrebbero pagare col loro bilancio? Anche questo è un punto molto
importante.
In America, ci sono persone che odiano sinceramente la guerra e
affermano che non dovrebbero esserci attacchi in quando è sempre una
cattiva idea quando un missile uccide degli umani. Ci sono persone negli
Stati Uniti che sono interessate ai profitti di una certa compagnia o
di una certa banca. Ci sono persone che non sanno niente e sono per lo
più interessate a garantirsi più voti alle elezioni. Poi c’è,
ovviamente, l’apparato di Stato, dove ci sono persone che ancora la
pensano come nella Guerra Fredda.
Prima di tutto, Putin aveva in mente i funzionari, compresi quelli
dell’intelligence. Abbiamo quest’idea per cui i funzionari
dell’intelligence siano una qualche sorta di cavalieri che conducono
operazioni segrete. In realtà sono semplici burocrati che obbediscono
alle loro rigide regole e istruzioni e sono ben consapevoli della logica
del presidente russo. In questo spettro di opinioni divergenti, il
presidente Obama deve prendere la decisione giusta.
Di certo, lo scrittore di Obama ha scritto un discorso che preparava
alla guerra, ma capiva che le armi chimiche non erano state usate dal
governo. Ciò è ovvio per una serie di ragioni”.
In risposta all’editoriale di Putin sul New York Times, una portavoce
del senatore McCain ha contattato la versione inglese della holding
Pravda.ru. McCain voleva pubblicare un discorso per i russi. Pravda.ru
ha pubblicato questo discorso stamattina. Perché pensa che McCain lo
stia facendo?
“Crede che il senatore McCain sia un politico serio e responsabile,
interessato allo sviluppo di una soluzione comune? Inoltre, è anche un
candidato e un rappresentante del suo partito. Ha un enorme impegno,
specialmente nei confronti dell’apparato del partito e delle compagnie
che hanno finanziato la sua campagna elettorale. Credo si tratti di una
mossa politica interna.
Tra il pubblico della vostra holding ci sono diplomatici russi, così come tra i lettori del New York Times
ci sono diplomatici americani. Forse cercheremo di capire la sua
logica, ma in realtà McCain non può dirci niente di nuovo, solo ripetere
quello che abbiamo già sentito”.
Diversi esperti hanno affermato che nell’eventualità di un attacco
americano contro la Siria potrebbe suonare qualche “campana islamica”
che verrà sentita in molti Paesi, con conseguenze assolutamente
imprevedibili. È d’accordo che questa vibrazioni potrebbe venire
avvertita in parecchi Paesi?
“Questo è sicuramente vero, ma è tutto molto, molto complicato. Qui i
dettagli sono di fondamentale importanza, in quando gli USA, se
dovessero attaccare, si comporteranno come il diretto alleato della
porzione di Islam più reazionaria e terribile. Che di fatto non si
tratta di Islam, non si tratta di una grande religione e una grande
tradizione: queste sono persone che stanno cambiando la grande
tradizione. Sapete che cambiamenti politici stanno attuando i wahabiti?
Stanno cambiando una delle tesi fondamentali dell’Islam. Quindi, negli
studi occidentali sull’Oriente viene usato il termine “convenzione””.
Potrebbe approfondire quest’ultimo punto?
“La convenzione sull’indipendenza della salvezza afferma che nel Giorno
del Giudizio le persone verranno salvate, a prescindere dal loro credo.
Questo è ciò che ha permesso all’Islam di diventare una religione
globale. Questa idea è dominante nell’Islam.
I wahabiti l’hanno abbandonata: affermano che i cristiani non saranno
salvati, secondo le loro fonti. Ciò è alquanto sgradevole, perché porta a
bruciare chiese, ai conflitti africani, etc. Questa è quella parte
dell'Islam politico fondata per lo più dai Paesi del Golfo; in più, a
loro si unisce la fazione moderata dell’Islam – la Fratellanza
Musulmana. La logica della lotta in Siria è diversa da quella in Egitto o
in Iraq.
La Siria li ha condotti su una parte del campo. D’altra parte, in Siria
non ci sono solo sunniti, ma anche sciiti, cosa che porterà
all’inasprirsi della tendenza sunnita-sciita. Di solito parliamo di
sunnismo e sciismo nel contesto dei Paesi arabi, ma c’è anche il
Pakistan, dove il problema è molto più grande in termini di numeri; c’è
l’India, dove ci sono più sciiti che sunniti”.
Quali sono le possibili conseguenze per la Russia nel caso in cui si realizzi questo scenario?
“Non dimentichi che la Russia gode di buone relazioni con l’Iran sciita,
l’Iraq e la Siria, dove ci sono comunità sciite di grande influenza.
Potremmo essere toccati direttamente o indirettamente. Il Caucaso
settentrionale è una regione povera; sebbene in misura minore, anche il
Tatarstan lo è, ma è ancora vulnerabile ai radicali sunniti e può
rimanere coinvolto. Sono convinto che la posizione della Russia sia
molto corretta e che il fatto che il governo e l’opposizione fossero
d’accordo sulla questione quasi all’unanimità è una buona cosa”.
Fonte: www.lewrockwell.com
Link: http://www.lewrockwell.com/2013/09/no_author/what-stops-the-us-from-bombing-syria/
24.09.2013
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ROBERTA PAPALEO
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