LA SFIDA GLOBALE ALLA SETE DI MONOPOLIO DELLA MONSANTO
Postato il 13/09/2013 di cdcnet
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DI KEVIN ZEESE E MARGARET FLOWERS
truth-out.org
Il problema comune che andiamo ad affrontare è quello del potere della
ricchezza di condensazione e degli interessi delle compagnie
monopolistiche. Esso ha dato vita ad un capitalismo clientelare che
sfrutta il governo per arricchirsi sulle spalle della gente, mettendo
spesso a repentaglio le risorse che costituiscono il suo fabbisogno di
base. Un chiaro esempio di questo atteggiamento è rappresentato dalla
corporation chimica e agraria Monsanto. La M rappresenta una minaccia
per la riserva mondiale di cibo: ecco una sfida cruciale della nostra
epoca. E' la lotta al centro della crisi globale che riguarda
l'ecosistema, l'economia e l'energia.
La Monsanto inoltre immette nell'ambiente sostanze chimiche velenose e
promuove metodologie di coltivazione che rendono il cambiamento
climatico ancor più aspro.
Le azioni della Monsanto si traducono in danni per ciascuno di noi. Essa
antepone la rincorsa al proprio profitto al bisogno di cibo sano, alla
necessità di un'offerta diversificata di semenze e di maggior stabilità
nell'economia agricola. Ha a disposizione una serie di strumenti per
controllare l'accesso ai semi e non fa altro che esercitare pressioni
per l'utilizzo degli OGM e di sostanze chimiche tossiche i cui effetti
sulla salute suscitano non poca preoccupazione. E tutto ciò viene fatto
con l'aiuto del governo statunitense.
Un chiaro esempio di quanto entrambe le parti siano corrotte e colluse è
stato l'episodio dell'investitura di Michael Taylor, un lobbista della
Monsanto, come “zar del cibo” (ufficialmente vice commissario per le
politiche alimentari) da parte del presidente Obama, che così facendo ha
bypassato l'iter della conferma da parte del senato – che avrebbe
inevitabilmente attirato l'attenzione su questa nomina.
Quanto più la gente si rende conto che si sta lottando per la propria
esistenza, tanto più le fila del movimento popolare globale di
opposizione alla Monsanto si allargano. Il 25 maggio è stata la giornata
della mobilitazione globale contro la Monsanto, con l'adesione di
centinaia di città e di 41 paesi. La M va fermata prima che la sua
sconfinata avidità distrugga la nostra salute e l'ambiente che ci
circonda. Dobbiamo unirci quanto prima alla lotta per fermarli.
Monsanto: una minaccia per la salute pubblica e per l'ambiente
I prodotti della Monsanto portano ad un incremento nell'utilizzo di
fertilizzanti, pesticidi, erbicidi, acqua ed energia. In un momento in
cui è necessario che il mondo intero passi dall'impatto distruttivo
dell'agricoltura intensiva ad una dimensione locale ed organica sia del
cibo che del modo di coltivare, la M rema esattamente nella direzione
opposta.
La Monsanto ha cominciato come compagnia chimica nel 1901. Nel corso
degli anni Trenta è stata responsabile di alcuni dei maggiori disastri
chimici della storia – policlorobifenili o PCB e diossina. Stando al
profilo stilato dalla Food & Water Watch, un solo stabilimento della
M. a Sauget, Illinois, produceva il 99 percento di PCB, e ciò fino a
quando non furono banditi nel 1976. I PCB sono cancerogeni e dannosi per
molti organi e sistemi. Ancora adesso vengono illegalmente scaricati
nei corsi d'acqua, insediandosi nelle piante e nelle colture, nel pesce e
negli altri organismi acquatici e finendo di conseguenza nel nostro
cibo. Dove c'era l'impianto di Sauget oggi sorgono due sedi della
Superfund.
La diossina è il defogliante utilizzato in Vietnam e noto come Agent
Orange. È una delle sostanze chimiche più dannose, altamente cancerogena
e responsabile di 50 malattie e 20 difetti congeniti. Tra il 1962 e il
1971, 19 milioni di galloni di Agent Orange sono stati spruzzati in
Vietnam. Una class action presentata da alcuni veterani del Vietnam
contro l' Agent Orange si è risolta con un risarcimento di 180 milioni
di dollari. Ed uno stabilimento della M che produceva diossina a Times
Beach, Missouri, ha avvelenato l'area al punto che la città ha dovuto
essere rimossa dalla cartina. Migliaia di persone sono state costrette
ad emigrare ed ora anche qui è sorta una sede della Superfund. In linea
con il suo tipico modus operandi, la M ha declinato qualunque
responsabilità.
Il suo agente chimico maggiormente venduto in tutto il mondo è
l'erbicida glifosato, in commercio sotto il nome di RoundUp. La M lo
spaccia per un prodotto sicuro e da esso ha guadagnato una fortuna. Le
vendite del RoundUp e di altri erbicidi a base di glifosato hanno
rappresentato da sole il 27 percento dell'intero fatturato del 2011. I
tecnici della M hanno modificato geneticamente dei semi, creando il
marchio “Roundup Ready”, in modo da renderli resistenti al Roundup, che
in questo modo è diventato indispensabile per coloro che li hanno
acquistati. I Roundup Ready sono la linea di prodotti geneticamente
modificati di maggior successo per la M e hanno fatto del Roundup
l'erbicida più usato nel mondo.
Il Roundup è tossico e notoriamente causa di cancro, morbo di Parkinson,
difetti congeniti ed infertilità. Un dossier Europeo del 2012 rileva
che “l'industria sa fin dagli studi condotti negli anni ottanta che, ad
alte dosi, il glifosato causa malformazioni negli animali da cavia” e
che “dal 1993 tali effetti sono ravvisabili anche a fronte di dosi basse
o medie”. Tali informazioni non sono state rese note e tanto la M
quanto il governo Europeo hanno fuorviato i consumatori dichiarando che
il glifosato era sano. La stessa cosa ha fatto il governo statunitense.
In risposta alla smentita di M circa la tossicità del prodotto, la Earth
Open Source ha fatto esplicito riferimento a studi, alcuni dei quali
finanziati dalla stessa M, che mostrano come “il glifosfato causa
difetti congeniti negli animali da cavia”, oltre che “cancro, malattie
genetiche, disturbi endocrini ed altri gravi effetti sulla salute. Molti
di tali effetti sono rilevabili già con dosaggi bassi ma
psicologicamente rilevanti.”.
Prima che arrivassero i semi resistenti al glifosfato, gli agricoltori
usavano quantitativi minori di Roundup per paura di uccidere le piante
(visto che notoriamente l'erbicida in questione ammazza tutto ciò che è
verde). Ma da un dossier del 2012 emerge che con l'impiego dei semi
resistenti “l'erbicida può essere spruzzato in dosi massicce, spesso
dagli aerei, vicino alle case, alle scuole e ai centri abitati, con il
conseguente incremento del cancro e dei difetti congeniti”.
C'è di più. Gli agricoltori hanno scoperto delle “super erbe” resistenti
al Roundup, ovvero non sterminabili dall'erbicida. Un coltivatore
dell'Arkansas dice a US News: “Non è fantascienza, sta accadendo
realmente. Stiamo creando le super erbe”. In effetti le erbe dichiarate
resistenti al Roundup sono già 24. In seguito alla loro comparsa uno
studio evidenzia che “gli agricoltori usano sempre più glifosfato ed
altri mix di erbicidi ancora più letali”. I contadini che coltivano
raccolti geneticamente modificati utilizzano infatti il 25 percento in
più di erbicidi rispetto a quelli che invece utilizzano i semi
tradizionali.
La M produce anche una serie di pesticidi meno conosciuti. L'autore Jill
Richardson riporta che tra essi ci sono “degli agenti chimici
soprannominati Pessimi Attori dal Pesticide Action Network”. Essi
includono noti cancerogeni, sostanze che disturbano il sistema endocrino
ed altre tossine come Alachlor, Acetochlor, Atrazine,Clopyralid,
Dicamba e Thiodicarb.
Non solo la M non si assume la responsabilità dell'impatto causato dalla
sua velenosa produzione chimica, ma fa addirittura del suo meglio per
evitare che la ricerca possa mettere in luce i suoi effetti tossici. Nel
2011, ad esempio, la M ha acquisito Beeologics, una compagnia nata con
lo scopo di riportare ad uno stato ottimale la salute delle api e che
sosteneva sia mediaticamente che scientificamente l'ipotesi secondo cui
un uso eccessivo dei pesticidi avrebbe causato la loro diminuzione.
La M rappresenta una minaccia per l'agricoltura sostenibile perchè la
coltivazione dei suoi prodotti richiede una quantità enorme di acqua e
di combustibile fossile. In genere si crede che i raccolti geneticamente
modificati siano più resistenti alla siccità, ma i fatti dimostrano
l'esatto contrario. Don Huber, uno scienziato esperto, fa notare infatti
che “produrre una libbra di fagioli di soia trattati con il glifosfato
Roundup richiede il doppio dell'acqua necessaria ad una pianta che non
lo è”.
La M rischia di influire gravemente sul cambiamento del clima a causa
del suo modello agricolo ad alto consumo energetico e dell'utilizzo
dell'etanolo come combustibile. L'Associazione dei consumatori organici
riassume il tutto dicendo che “ si stima che la produzione e la
lavorazione delle colture OGM, dal deforestamento ai pesticidi, dai
fertilizzanti a base di combustibile fossile alle imprese agricole
inquinanti, e la filiera del cibo ad alto dispendio di carburante
producano da sole il 51 percento delle emissioni mondiali di gas
responsabilI dell'effetto serra”.
L'azione di marketing della M ha fatto sì che oggi esista un mito
dell'OGM. La verità è che i cibi geneticamente modificati sono diversi
da quelli tradizionali, non sono più nutrienti né tanto meno è stato
dimostrato che siano sani. I pochi studi che sono stati condotti finora
individuano gli OGM come responsabili di danni al fegato e ai reni. I
semi OGM non danno raccolti più abbondanti e non semplificano la vita
dei coltivatori. E non saranno certo loro la soluzione per sfamare il
mondo intero. Al contrario, il loro utilizzo significa per l'ambiente
danni legati all'abuso di pesticidi, combustibili fossili e acqua. E
rappresenta un'aggravante al problema ambientale al momento più grave,
ovvero quello dello stravolgimento climatico.
Una delle chiavi della sostenibilità e della durata in un periodo di
forte stress ambientale è la biodiversità, ovvero l'esistenza di diverse
varietà di piante e degli insetti, dei batteri e dei funghi necessari
alla loro sopravvivenza, in modo che la produzione del cibo possa
avvenire in qualunque condizione. A causa del cambiamento climatico
l'ambiente è sottoposto ad un forte stress: condizioni meteorologiche
estreme, nuovi tipi di insetti che migrano da sud a nord ed erbe mai
viste prima stanno diventando oramai comuni. Questo è un momento in cui
la biodiversità è più importante che mai.
Ma anni di agricoltura chimica e di avvelenamento dell'aria, dell'acqua,
della terra e del cibo l'hanno limitata ed hanno causato la morte di
molti esseri viventi. L'uso di erbicidi e pesticidi non è dannoso solo
per la salute dell'uomo, ma anche per quella di piante benefiche,
insetti ed animali che rischiano addirittura l'estinzione.
La M preme per la diminuzione della biodiversità concentrando nelle sue
mani la riserva mondiale di semenze. Promuovendo le sue colture OGM,
contaminando i semi e creando una situazione di monopolio la M si avvia a
dominare il sistema alimentare mondiale.
I geni della M si trovano nel 40 percento delle coltivazioni cresciute
negli Stati Uniti. Da un dossier di marzo di quest'anno emerge che
negli Usa l'86 percento del grano, l'88 percento del cotone ed il 96
percento dei fagioli di soia è geneticamente modificato, rendendo quasi
del tutto vana la possibilità di coltivare prodotti che non lo siano.
Man mano che le colture OGM si diffondono ed infettano o si mischiano
con quelle tradizionali, diventa sempre più difficile conservare delle
semenze non contaminate. Questo è un problema, perchè come abbiamo detto
finora le colture trattate non sono sostenibili per una serie di
motivi.
Gli sforzi della M per dominare il mercato sono cominciati fin dal 1982
sbaragliando la concorrenza. Nella decade dopo la metà degli anni 90 la M
ha speso più di 12 miliardi di dollari per rilevare almeno 30 imprese,
portando al declino i produttori di semi indipendenti. Una delle
acquisizioni che più ha contribuito a dare vigore al suo business è
stata quella, nel 1997, della Holden Foundation Seeds e di altri due
distributori di semenze appartenenti alla Holden per 1,02 miliardi di
dollari. Holden era l'ultimo grande produttore di semi indipendente del
paese. La compagnia apparteneva alla famiglia Holden da 3 generazioni.
Le sue semenze (grano escluso) erano piantate nel 35 percento dei
terreni disponibili ed erano loro i maggiori produttori di grano
primario, il seme originario da cui poi si ricavano gli ibridi.
Jill Richardson parla di come la M sfrutti il proprio strapotere sul
mercato “per costringere i commercianti di semenze a non tenere molti
prodotti della concorrenza...inficia la capacità delle compagnie di
amalgamare le qualità della M con quelli dei loro competitors. E'
inoltre risaputo che chi pianta semi targati M deve firmare un contratto
che vieta la loro conservazione ed il loro riutilizzo”. Ha promesso
sconti ai coltivatori che assicuravano di scegliere almeno il 70
percento dei suoi prodotti, in modo da tagliare la concorrenza fuori dal
mercato. Il risultato è stato che spinti o addirittura forzati alla
bancarotta, il numero dei produttori di semi indipendenti è crollato da
300 a 100 a partire dalla metà degli anni 90. La M ha pure chiesto che i
semi Roundup Ready venissero trattati solo con il Roundup, lasciando
fuori dai giochi i competitors generici e meno costosi.
Tutto ciò ha corrisposto ad un'impennata dei prezzi sia per i
consumatori che per i coltivatori. Dal 2001 la M ha più che raddoppiato
il prezzo dei semi di soia e di grano, e agli agricoltori è stato
esplicitamente detto di aspettarsi nuovi aumenti. Secondo uno studio
condotto nel marzo di quest'anno, dal 1995 al 2011 il costo medio per
seminare un ettaro di soia è incrementato del 325 percento; i prezzi del
cotone hanno raggiunto il picco del 516 percento e quelli del grano del
259 percento. Tutto ciò ha avuto un effetto devastante in India, dove
270000 agricoltori della Bt Cotton si sono suicidati – molti dei quali
ingerendo dei pesticidi – proprio perché strozzati dal debito
incessantemente in crescita. La peggiore minaccia connessa alla perdita
della biodiversità, tuttavia, è l'incapacità di adattarsi a cambiamenti
climatici sempre più difficili da prevedere. Come riporta Salom, “molti
dei coltivatori e dei commercianti comprati dalla M erano esperti
regionali, conoscitori di un terreno che sapevano come prendere in base
anche alle bizzarrie del tempo e dei parassiti locali . Questo tessuto
di conoscenze e di sperimentazioni locali è stato pesantemente
disgregato”. Richardson aggiunge che quando i raccolti sono “troppo
omogenei geneticamente, diventano più vulnerabili ad una singola
malattia o ad un parassita che li può spazzare via.”
Un dossier di marzo 2013, “I giganti dei semi contro gli agricoltori
statunitensi” ha messo in luce che il predominio della M sta facendo
diminuire anche il numero dei coltivatori indipendenti. Stando ad esso a
partire da gennaio del 2013 la M, asserendo che vi siano state delle
violazioni di brevetto sui propri semi, ha archiviato qualcosa come 144
cause che vedono coinvolti 410 coltivatori e 56 piccole attività
agricole in almeno 27 stati. Alcuni tra questi agricoltori sono stati
citati perchè il polline porta i prodotti della M nelle loro fattorie.
Ci sono stati talmente tanti casi che è impossibile riassumerli tutti in
questo articolo, ma per ulteriori informazioni su questo ed su altri
contenziosi che riguardano la M potete consultare l'eccellente sito
dell'Associazione dei Consumatori Organici.
M: la massima esemplificazione del governo corrotto e incapace di operare nell'interesse pubblico
Penserete che questa situazione di monopolio abbia portato a delle cause
per antitrust. In effetti subito dopo essersi insediata
l'amministrazione Obama ha dato il via a delle inchieste, prendendo in
esame diversi stati che stavano investigando sulle pratiche della M.
L'inchiesta è stata annunciata con molta risonanza, ma lo scorso
novembre, senza nemmeno un comunicato stampa, il Dipartimento di
Giustizia l'ha chiusa. Non ci resta che concludere che si sia trattato
di una manovra per ostacolare i governi.
All'inizio dell'inchiesta antitrust si sperava che in futuro avrebbe
potuto esistere un mercato con derivazioni maggiormente diversificate di
semenze e più competizione, ma con la decisione dell'amministrazione
Obama di interrompere le indagini il monopolio della M è stato
praticamente dichiarato legale così come i suoi abusi per comprare o
distruggere la concorrenza.
La M incarna i nessi politici, gli avvicendamenti, la governance
corrotta delle corporations e tutto ciò che di sbagliato c'è nel modo di
governare statunitense. Open Secrets riporta che la M è uno dei più
accaniti sperperatori di Washington. Nel 2012 ha speso 6 milioni di
dollari in lobbismo, imponendosi come il maggior scialacquatore
agroalimentare. Dopo di lei Archer Daniel Midlands con poco più di un
milione di dollari.
La M è l'esemplificazione della commistione tra industria e governo.
Almeno sette funzionari della M hanno ricoperto dei ruoli governativi.
Michael Taylor ha abbandonato la Food and Drug Administration (FDA) nel
1984 per entrare a far parte della Join & Spalding, lo studio legale
che spalleggia la M. Nel 1991 è tornato alla FDA e poi l'ha lasciata
per rientrare alla M come vice presidente alle politiche pubbliche, per
poi ritornare alla FDA nel ruolo tutt'oggi ricoperto di “zar del cibo”,
riuscendo a compiere le sue manovre in favore della modificazione
genetica degli alimenti. Taylor ha giocato un ruolo fondamentale
nell'introduzione dell' rBGH (ormone per la crescita bovina), utilizzato
per incrementare la produzione di latte nelle mucche del mercato
statunitense all'inizio degli anni '90. Tutto ciò con l'aiuto di altri
due personaggi che hanno fatto la spola tra Monsanto e FDA, la
dottoressa Margaret Miller e Susan Sechen, entrambe dall'Ufficio per i
Nuovi Farmaci sugli Animali.
Tra gli altri turnoveristi abbiamo funzionari di alto livello: Arthur
Hayes, commissario della FDA dal 1981 al 1983 nonché consulente per
l'agenzia di pubbliche relazioni Searle, in seguito unitosi alla
Monsanto; Michael A. Friedman, prima vice commissario della FDA e subito
dopo vice presidente superiore per gli affari medici alla Searle;
Virginia Weldon, membro del Comitato Consultivo sui Farmaci
Endocrinologici e Metabolici della FDA, successivamente ritiratasi per
diventare presidente delle politiche pubbliche alla M.
La FDA non è l'unico posto dove la M esercita la propria capacità di
riciclare il personale. Il Ministero della Giustizia alla Corte Suprema,
Clarence Thomas, era un avvocato della M. Di recente la Corte Suprema
si è pronunciata contro un agricoltore citato in giudizio dalla M,
ingiungendogli il pagamento di 84000 dollari per danni.
Ma non sono questi avvicendamenti il problema, bensì il fatto che alcuni
alti ufficiali del governo “lavorino” per la M dai loro uffici. Un
esempio si è verificato quando, durante l'amministrazione Clinton, la
Francia si è mostrata riluttante ad utilizzare i semi della M sul
proprio suolo. Per cominciare Charlene Barschefsky ha sollecitato il
governo francese. Dal momento che non ha funzionato il Segretario di
Stato Madlene Albright ha fatto pressione. Avendo anche lei fallito lo
stesso Presidente Clinton si è accollato il compito di dare “una lavata
di capo” al Primo Ministro Lionel Jospin. Ma non è bastato. Così il Vice
Presidente Gore ha fatto pressioni su Jospin, che alla fine ha
capitolato.
Questo non è che un esempio di come la macchina della politica estera
del governo USA agisca per conto della M. Cinque anni di intercettazioni
di WikiLeaks durante l'amministrazione Bush e Obama rivelano che il
Dipartimento di Stato ha spinto i prodotti della M in tutto il mondo ed
ha esercitato pressioni per l'utilizzo di cibi geneticamente modificati
ovunque ha potuto. È quasi come se il governo statunitense altro non
fosse che la divisione marketing della M e degli OGM. Nell'agosto del
2011 WikiLeaks ha rivelato che i diplomatici americani avevano richiesto
dei fondi per permettere ai lobbisti dell'industria biotecnologica di
intavolare delle trattative con i funzionari politici e agricoli dei
“paesi bersaglio”, ovvero aree come l'Africa e l'America Latina.
Sicuramente nei nuovi grandi accordi commerciali, la Partnership
Trans-Pacifica e l'intesa in fase di discussione con l'Europa, gli Stati
Uniti cercheranno di introdurre le tutele per la M e gli OGM. In Europa
gli addetti alla sicurezza del cibo e delle colture sono molto
preoccupati che l'abbassamento delle barriere commerciali spiani la
strada a questi ultimi. Qui infatti agli OGM viene destinato meno dell'1
percento del terreno coltivabile.
Appena la gente prova ad utilizzare degli strumenti democratici per
cambiare il comportamento della M, lei ed i suoi alleati stanziano
immediatamente milioni per confondere i votanti e creare panico. Ciò è
emerso chiaramente nel Novembre del 2012, quando in California sono
stati spesi decine di migliaia di dollari per stroncare un'iniziativa
che prevedeva la richiesta, sui cibi, di etichette che indicassero il
contenuto o meno di OGM. I gruppi di consumatori continuano a premere
per queste etichette. Ci sarà un altro voto nel 2013 nello Stato di
Washington, ed il Vermont potrebbe essere il primo stato a fare passare
la legge che richiede l'etichettatura.
Nonostante in Europa sia richiesta l'etichettatura dei cibi contenenti
OGM e alcune corporations statunitensi come Walmart e MacDonald si
attengano a queste norme, la M ed i suoi alleati combattono per impedire
che ciò accada anche negli Stati Uniti ad altri livelli. Più ci si
batte e si sviluppa una coscienza civile motivata, più loro si adoperano
per annientare questi sforzi obbligando il governo federale corrotto
far passare una legge che impedisca agli stati di adottare le normative
sull'etichettatura, dice Ronnie Cummins dell'Associazione dei
Consumatori Organici.
Impossibile dite? Ebbene, a quanto pare la M ha già fatto in precedenza
cose impossibili. Recentemente una vittoria legislativa che ha suscitato
sdegno è stato l'Atto di protezione della M (attualmente identificato
con il deviante nome Provvedimento per la Sicurezza degli Agricoltori),
che all'inizio di quest'anno è stato sepolto sotto una finanziaria e che
serve a proteggere la M dai tribunali. Ad esempio secondo questa nuova
legge i tribunali federali non possono predisporre la cessazione della
vendita né della coltivazione di semi geneticamente modificati, a
prescindere da qualunque questione di salute sollevata circa gli effetti
degli OGM a lungo termine. Al momento si sta cercando di aggiungere una
clausola condizionale che respinga questa misura.
Fermare la M e spostarsi verso una politica agricola di buon senso
Il primo passo per arrestare il radicamento degli OGM nel nostro cibo è
l'etichettatura. Come abbiamo detto gli stati stanno facendo progressi
su questo fronte, nonostante gli sforzi della M per fermarli. Questa è
la sfida, perchè solo una volta che i cibi sono etichettati i
consumatori hanno il potere di scegliere di comprarli o meno. Cummins
riporta che in Europa l'etichettatura è stata la chiave dell'arresto
della diffusione dei cibi geneticamente modificati.
Uno degli strumenti da utilizzare è il boicottaggio. Le grandi
corporations alimentari che vendono milioni di dollari di cibi organici e
naturali hanno sostenuto la lotta contro gli OGM procedendo con
l'etichettatura in California. Marchi come Kashi, Cascadian Farms, Bear
Naked, Honest Tea, Odwalla Naked Juice e molte altre devono sentirsi
dire che noi non acquisteremo i loro prodotti finchè non la smetteranno
di finanziare l'ignoranza attraverso il blocco delle etichette sugli
OGM.
Al fine di proteggere il nostro cibo e la nostra salute gli Stati Uniti
devono cominciare ad adottare il principio precauzionale, ovvero
dimostrare che un alimento è sano ancor prima di essere immesso sul
mercato. Gli Usa applicano uno standard fasullo di “sostanziale
equivalenza”, che elude la necessità di testare la sicurezza di un
prodotto. Applicare il principio precauzionale sui prodotti della M
significa dichiarare su di essi una moratoria fintanto che la loro
sicurezza – e quella dei metodi di coltivazione - non viene certificata
da test indipendenti (non finanziati da corporations) e a lungo
termine. La nostra salute dovrebbe venire prima del profitto della M.
Alla gente va conferito maggior potere non solo attraverso l'accesso ad
informazioni attendibili sui cibi geneticamente modificati e sul modo
per evitarli – che consiste nell'acquistare alimenti organici e non
trattati – ma anche attraverso la possibilità di fare causa a chi
provoca danni all'ambiente e alla salute utilizzando gli OGM.
L'abrogazione del “M Protection Act” è il primo passo in questa
direzione, ma è necessario dare alle persone più possibilità di fare
causa alle industrie che attentano al loro benessere.
Noi sosteniamo l'urgenza di un approccio biunivoco – protestare per ciò
che non ci piace e costruire ciò che vogliamo. Ovvero che mentre ci
battiamo affinchè siano l'agricoltura affidata alle comunità e
l'orticoltura locale e organica a produrre il cibo non trattato e ad
impegnarsi perchè le leggi vengano cambiate, al tempo stesso incitiamo
alla lotta. Il 25 maggio di quest'anno sono stati 300 in tutto il
mondo i movimenti di protesta che hanno aderito alla Marcia contro la M
organizzata da Occupy M. Unitevi a questi movimenti.
Come una serie di altri problemi, anche quello del futuro delle risorse
mondiali è da ricondursi all'opposizione tra la gente comune e gli
interessi delle grandi corporations. Esso mette chiaramente in luce
quanto i governi siano corrotti e quanto ci sia bisogno di una vera
democrazia dove le persone siano messe nelle condizioni di poter
decidere da sole in merito a questioni di base come quella relativa al
cibo che mangiano e alle piante che vogliono coltivare. La resistenza
popolare alla ricchezza di condensazione aumenta man mano che la gente
reclama il diritto di poter decidere della propria esistenza.
Kevin Zeese e Margaret Flowers
Fonte: http://truth-out.org
Link:
http://truth-out.org/opinion/item/16516-the-growing-global-challenge-to-monsantos-monopolistic-greed#13694555018271&action=collapse_widget&id=9926442
22.05.2013
Traduzione per Comedonchisciotte.org a cura di DONAC78
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