Musica: AI MIEI COLLEGHI DEL ROCK' N' ROLL
Postato il 08/09/2013 di cdcnet
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DI ROGER WATERS
countercurrents.org
La star planetaria della musica Roger Waters ha pubblicato una
lettera aperta da lungo attesa per fare appello ai suoi colleghi
musicisti di boicottare Israele. La lettera, pubblicata sulla sua pagina
Facebook, spiega che Waters partecipa al movimento di Boicottaggio,
Privazione e Sanzione (BDS) da sette anni e da qualche tempo rifletteva
su questa lettera. Condanna le violazioni dei diritti umani da parte
degli israeliani e spiega le ragioni per agire:
Ai miei colleghi del Rock and Roll
Varsavia, 18 agosto 2013
In occasione dei recenti Promenade Concerts alla Royal Albert Hall di
Londra, il virtuoso violinista e violista inglese Nigel Kennedy ha
accennato al fatto che Israele è uno stato che pratica l'apartheid. Voi
penserete che non ci sia nulla di strano, finché la baronessa Deech
(nata Fraenkel) ha contestato il fatto che Israele sia uno stato di
apartheid e ha avuto la meglio sulla BBC per censurare l’esibizione di
Kennedy, rimuovendo la sua dichiarazione.
Nonostante la baronessa Deech non abbia prodotto uno straccio di prova
per sostenere la sua dichiarazione, l’apolitica BBC, che probabilmente
agisce solo su comando della baronessa Deech, si è improvvisamente
comportata alla 1984. Bene!! È tempo che mi faccia avanti, insieme a mio
fratello Nigel Kennedy, com’è giusto che sia. A proposito Nigel: grande
rispetto, amico. Qui di seguito una lettera modificata l’ultima volta a
luglio.
25 luglio 2013
Alla luce della tragica uccisione dell’adolescente disarmato Travon
Martin e dell’assoluzione del suo omicida Zimmermann, ieri Stevie Wonder
ha dichiarato ad un concerto che non si esibirà in Florida fino
all’abrogazione da parte di questo Stato della sua legge sulla difesa
personale. Di fatto, ha proclamato un boicottaggio basato sulla
coscienza. Approvo la sua posizione e lo sostengo; mi ha ricordato una
dichiarazione che avevo fatto in una lettera scritta lo scorso 14
febbraio alla quale ho fatto riferimento ma che non ho mai pubblicato.
È giunto il momento, quindi ecco qua.
Questa lettera ha ribollito sul fornello più piccolo della mia coscienza e della mia consapevolezza per un po’ di tempo.
Mi sono unito al BDS sette anni fa, un movimento non-violento che si
oppone all’occupazione israeliana della Striscia di Cisgiordania e alle
violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani dei
palestinesi. Lo scopo del BDS è quello di concentrare l’attenzione
internazionale su queste pratiche di Israele, sperando di contribuire
alla loro fine. Tutte le persone della regione meritano molto di meglio.
Andando al sodo, Israele è stata scoperta colpevole di gravi violazioni
del diritto internazionale da parte di, indipendentemente,
organizzazioni per i diritti umani, funzionari ONU e la Corte
Internazionale di Giustiza. Tra le violazioni, ne citerò solo due:
• Il crimine di apartheid:
L’oppressione sistematica di un gruppo etnico da parte di un altro. Il 9
marzo 2012, ad esempio, il Comitato delle Nazioni Unite per
l’Eliminazione della Discriminazione Razziale ha fatto appello al
governo israeliano
(http://www2.ohchr.org/english/bodies/cerd/docs/CERD.C.ISR.CO.14-16.pdf)
per porre fine alle sue politiche ed alle sue leggi razziste che
contravvengono al divieto alla segregazione razziale e all’apartheid.
• Il crimine di pulizia etnica:
La rimozione forzata di popoli indigeni dal loro legittimo territorio
per la sistemazione di un’altra popolazione tramite occupazione. Ad
esempio, a Gerusalemme Est le famiglie non-ebree vengono abitualmente
sfrattate fisicamente dalle loro case per lasciare spazio agli occupanti
ebrei.
C’è dell’altro.
Vista l’incapacità o la riluttanza dei nostri governi o del Consiglio di
Sicurezza dell’ONU di fare pressione su Israele affinché fermi queste
violazioni e risarcisca le vittime, è compito della società civile e dei
cittadini coscienziosi di tutto il mondo di rispolverare le nostre
coscienze, prenderci le nostre responsabilità ed agire. Vi scrivo,
fratelli e sorelle della famiglia del Rock and Roll, per chiedervi di
unirvi a me e ad altre migliaia di artisti in tutto il mondo per
proclamare un boicottaggio culturale contro Israele, per far luce su
queste problematiche e per sostenere i nostri fratelli e sorelle in
Palestina e Israele che stanno lottando per porre fine a tutte le forme
dell’occupazione israeliana e che desiderano vivere in pace, giustizia,
eguaglianza e libertà.
Scrivo a voi tutti adesso a causa di due recenti fatti.
Stevie Wonder.
La prima settimana dello scorso dicembre, mi era giunta voce che Stevie
Wonder era stato richiesto per aprire una cena di gala per gli Amici
delle Forze di Difesa Israeliane a Los Angeles il 6 dicembre 2012. Un
evento per raccogliere denaro per le forze armate israeliane, come se i
4,3 miliardi di dollari che i contribuenti americani gli danno ogni anno
non fossero abbastanza. Questo è successo subito dopo che le Forze di
Difesa Israeliane avevano concluso un’altra guerra contro Gaza
(Operazione Colonna di nuvola), commettendo crimini di guerra contro 1,6
milioni di palestinesi sotto assedio, secondo Human Rights Watch.
Ad ogni modo, ho scritto a Stevie per cercare di convincerlo a disdire.
La mia lettere diceva più o meno così: “Ti saresti sentito a posto ad
esibirti al Policeman’s Ball a Johannesburg la sera dopo il massacro di
Sarpeville nel 1960, oppure a Birmingham in Alabama per raccogliere
fondi per gli ufficiali di polizia che hanno preso a manganellate,
attaccato con lacrimogeni e con pompe d’acqua i bambini che cercavano di
integrarsi nel 1963?”
Anche l’Arcivescovo Desmond Tutu ha scritto una spassionata supplica a
Stevie e 3.000 hanno firmato una petizione su Change.org. Stevie, a suo
merito, ha disdetto!
Quella stessa settimana avevo tenuto un discorso alle Nazioni Unite. Lo potete trovare su YouTube.
La cosa interessante è che di queste due notizie NON È STATO MENZIONATO NIENTE nei media principali statunitensi.
L’ovvia conclusione è che i media negli USA non sono interessati alla
difficile situazione del popolo palestinese, o per quello del popolo
israeliano. Possiamo solo sperare che si interesseranno come hanno fatto
con le politiche di apartheid in Sud Africa.
All’epoca dell’apartheid in Sud Africa, all’inizio c’erano pochissimi
artisti che si rifiutavano di suonare lì esercitando un boicottaggio
culturale, poche gocce, diventate poi un ruscello, poi un fiume, poi un
torrente e poi un’alluvione (ricordate Steve van Zant, Bruce e gli
altri? “Noi non suoneremo a Sun City”?). Perché? Perché, come l’ONU e la
Corte Internazionale di Giustizia, avevano capito che l’apartheid è
sbagliato.
La comunità sportiva si è unita alla battaglia: nessuno sarebbe andato a
giocare a cricket o a rugby in Sud Africa e alla fine anche la comunità
politica si è unita. Tutti noi, in quanto comunità globale, musicale,
sportiva e politica, abbiamo alzato la nostra voce all’unisono e il
regime di apartheid in Sud Africa è caduto.
Forse ci troviamo al momento cruciale con Israele e Palestina. Sono
entrambi due popoli per bene e meritano una soluzione giusta per la loro
difficile condizione. Ognuno di loro merita libertà, giustizia e
eguaglianza di diritti. Giusto di recente, il Congresso Nazionale
Africano, il partito al potere in Sud Africa, ha sostenuto il movimento
BSD. Ci siamo quasi.
Vi prego di unirvi a me e a tutti i fratelli e le sorelle di questa
società civile globale nel proclamare il nostro rifiuto dell’apartheid
in Israele e nella Palestina occupata, impegnandoci a non esibirci in
Israele o accettare nessun premio o finanziamento da nessuna istituzione
legata al governo israeliano, finché non rispetterà il diritto
internazionale e i principi universali sui diritti umani.
Roger Waters
Fonte: www.countercurrents.org
Link: http://www.countercurrents.org/waters250813.htm
25.08.2013
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ROBERTA PAPALEO
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